L’estrusore (o spingifilo che dir si voglia), l’apparato responsabile di spingere il filo dalla bobina all’hotend (la parte calda in cui il filamento viene fuso) è sicuramente una parte cruciale di qualsiasi stampante 3D. Su internet si trovano tantissimi modelli stampabili di estrusori, più o meno compatti, composti da più o meno parti.
Ma funzionano davvero?
Prima di rispondere a questa domanda, analizziamo a cosa serve questo componente. Come dicevamo all’inizio, lo scopo è quello di spingere il filo all’interno dell’hotend. E’ facile intuire che se non funziona bene, se il filo slitta, o se la forza esercitata non è sufficiente (o è troppa) ci potrebbero essere problemi di estrusione, che potrebbero portare anche all’esplosione del nozzle (ci è successo, parliamo per cognizione di causa 😀 ).
La risposta alla domanda “funzionano” è: nì. Se non vengono stampati con buone macchine, il rischio che si punti, che le dimensioni non siano perfette, sono abbastanza alte. Senza contare l’usura, che a lungo andare (e se si macinano tanti kg di materiale) può portare a giochi, che poi si ripercuotono sulla stampa.
Stanchi di questi problemi su diversi stampanti, una prusa i3 ed una Ultimaker 2, abbiamo progettato e realizzato un nostro estrusore, molto semplice, composto da due pezzi in alluminio anodizzato.
L’anodizzazione oltre che a colore il pezzo (per renderlo più bello 🙂 ) lo rende anche più “scivoloso”, in modo che diventi molto più duraturo nel tempo (lo scorrimento del metallo è sempre un punto critico, così facendo eliminiamo la necessità di usare sistemi lubrificanti). Ecco alcune foto del pezzo finito 😉
A breve i link per l’acquisto.
Per ulteriori info:
info@lillia.net